URBAN FANTASY

Se penso al genere fantasy mi viene istintivo collegarlo all’urban fantasy, sottogenere di cui sono follemente innamorata.
Ma prima di tutto, penso sia giusto introdurlo con la sua spiegazione: i personaggi sovrannaturali ed elementi magici sono inseriti in un contesto urbano moderno, oppure del passato.

Ciò che mi affascina di questo genere è, appunto, l’ambientazione reale, ma costellata da elementi magici; luoghi che fanno parte del nostro quotidiano, rivisitati in chiave magica o città inventate ma molto simili alla realtà. Una goduria per la nostra fantasia.
Il lettore non si troverà in un ambiente narrativo creato apposta per lui, tra lande desolate o foreste incantate, ma tra i palazzi di città conosciute e parchi segnalati sulle Lonely Planet. La definirei una rivisitazione della realtà.


Libera l’interpretazione dei personaggi magici da utilizzare; ci sono stati autori che hanno inserito in un luogo urbano fate e folletti, magi e mutaforma, ma anche, e qua dichiaro l’esserne totalmente di parte, vampiri, lupi mannari, streghe e fantasmi.
Lo ammetto, per me in un fantasy non deve mancare uno di questi personaggi. E in questo caso credo che ci siano due forme di pensiero: la prima sono quei lettori affascinati da personaggi un po’ naif come elfi, fate e maghi, la seconda è più cupa, notturna, disseminata di esseri nominati anche i “figli della notte”.
In questo caso le storie raccontante cambiano aspetto e i personaggi sono più che mai reali.
Quando dico reali è perché, provando a paragonarli con noi esseri umani, non andiamo molto lontano. Provo a fare un esempio: la figura del vampiro ha origini, o meglio, è diventata di dominio pubblico a inizio ‘800 e nella narrativa è sempre stato raffigurato come un personaggio egocentrico, aristocratico, amorale; il lupo mannaro è estroverso, impulsivo con un forte legame verso la famiglia, positivo o negativo che sia. Le streghe hanno una lunga storia fatta di retaggi e massacri, questo le ha portate a non integrarsi del tutto con il genere umano, mantenendo una sorta di loro mondo nascosto a occhi indiscreti.
Quanta forza hanno questi personaggi?
 

Penso che sia già stato raccontato tutto e niente di questi personaggi, ma quando un autore crea una storia ben studiata, senza cadere in facili cliché, solo allora il lettore cadrà nel piacere di leggere e perdersi in quelle parole.

Un’altra caratteristica che ho notato in questi anni, nel genere urban fantasy, è l’utilizzo di diversi personaggi: il protagonista ha sempre il suo rilievo, ma i personaggi secondari hanno anche loro una storia da raccontare, che si intreccia con la sua, che per causa di forza maggiori (un romanzo o un film, dovrebbe avere un solo plot, ovvero la linea fisica di azione, così come è impossibile essere in due luoghi contemporaneamente) è la principale. Si crea così un gruppo di persone e non più il singolo.
Di grande aiuto all’autore per creare spin off a tutto spiano (questo è il caso di Cassandra Clare che, con i suoi Shadowhunters ha creato un nuovo e svariato mondo pieno di sfaccettature, tutte con la loro forte e solida storia da raccontare).

Un aspetto di questo genere che me lo ha fatto amare ancora di più è il trattare temi moderni, come le questioni LGBT, o storici di fondamentale importanza, in chiave magica, arrivando alle orecchie dei più giovani.

SHADOWHUNTERS, di Cassandra Clare, è stato il primo romanzo urban fantasy in cui ho visto questo lavoro dietro al testo.
Essendo una rivisitazione della realtà, ci troviamo tra New York, Los Angeles e Londra, in base alla saga.

In The Mortal Instruments, all’interno della trama, troviamo temi notevolmente moderni come la disuguaglianza tra le diverse razze (in questo caso Nephilm contro i nascosti -licantropi, figli della notte, maghi e fate-) che ha portato a uno scontro sanguinario dove i primi, auto considerandosi i prescelti, contro tutti gli altri, essere inferiori a loro detta. Vi ricorda qualcosa?

In The Dark Artifices c’è la proposta, da parte di un ristretto gruppo di Nephilim che si ritiene di “sangue puro”, di marcare gli stregoni, in modo da poterli tenere sotto controllo. Ho un altro déjà-vu.

Trovo di grande importanza trattare temi che hanno caratterizzato e influenzato la nostra storia, il nostro pianeta; i giovani devono conoscerli per potersi approcciare in modo corretto al futuro.
Per quelli che ritengono il fantasy narrativa sempliciotta, un motivo per riconsiderare le loro idee.

Restando sempre aggrappati ai testi della Clare, la saga The Mortal Struments è una delle prime ad avere coppie all’interno della storia sia etero che gay.
Questa è stata una svolta importante per tutti quei ragazzi innamorati della lettura, ma che non sono mai riusciti a identificarsi del tutto con i protagonisti, magari sentendosi erroneamente sbagliati.

Un’altra saga, la mia saga preferita in assoluto, di cui ho divorato qualsiasi libro scritto dall’autrice, è Cronache dei Vampiri e Intervista col Vampiro

Innamorata della figura del vampiro, Anne Rice è riuscita a plasmarlo proprio come la mia immaginazione la voleva. Ho già trattato i suoi libri in un articolo passato, utilizzandoli come esempi per sottolineare l’importanza dello studio del personaggio.
Oltre a Lestat, la saga è costellata di vampiri, e non solo, studiati così bene, con una storia accurata alle spalle, da meritarsi interi spin off di tutto rilievo.

Le ambientazioni di Anne Rice spaziano dalla storia più antica, che posso essere gli egizi, ai tempi nostri, sempre vista e vissuta da occhi che hanno dovuto salutare la luce calda del sole per una vita immortale, ognuno con la sua pena.
I vampiri di queste storie fanno immergere il lettore in luoghi ormai dimenticati, foreste europee che quasi non esistono più, città irriconoscibili da come siamo abituati a vederle.
Questi esseri della notte si muovono in luoghi esistiti, interagiscono con la popolazione del tempo riportata magistralmente nei suoi usi e costumi.

Insieme a Lestat esploriamo una Parigi dimenticata, grazie ad Armand abbiamo la possibilità di visitare una Venezia nei tempi d’oro. Potrei andare avanti per ore.
Grazie a loro ho scoperto usi ormai persi della tradizione, abiti, luoghi, ambienti che non conoscevo.

Questo viaggio nella storia, raccontato da esseri sovrannaturali è un’esperienza unica; per chi adora ambientazioni rischiarate dal chiar di luna, essere immortali, viziati ma angosciati dall’eternità, i libri della Rice sono perfetti.

Questi sono due esempi, di narrativa Urban Fantasy, ma nelle librerie potrete trovare un ricco catalogo. L’importante è che siate alla ricerca di un’evasione dalla realtà senza staccarvici troppo. Come già definita, una rivisitazione della realtà in chiave magica, perché, a qualsiasi età, è giusto poter ancora sognare.