LA STORIA DEL GENERE FANTASY

Parliamo di quella tipologia di narrativa che si differenzia dalla fantascienza perché tratta temi concepiti dalla mente dell’autore, sovrannaturali o basati su tradizione folkloristica.

Etichettarlo come genere per ragazzi è denigrante; scrivere un buon fantasy non è affatto facile e quelli che ci sono riusciti hanno lasciato il segno del mondo letterario.
Questo è il motivo che mi ha spinto a voler investigare sulle sue origini e caratteristiche, rendendogli i meriti che gli spettano.

Ma partiamo dall’inizio.
Nel mondo cinematografico fa la sua prima apparizione nel ‘900, prende una pausa durante le due grandi guerre -diciamo che la tematica “morte” era già presente e anche troppo-, e torna alla ribalta negli anni ’70, ’80. Differente è la sua storia nel mondo letterario, dove ha radici molto più profonde.

Il romanzo fantasy attinge le sue origini dal poema epico/cavalleresco e dalla fiaba.

Il poema epico/cavalleresco è ricco di magia, amore, viaggi, guerre, e sono queste le caratteristiche che il fantasy prenderà in prestito.
Personaggi come draghi, elfi, orchi e streghe, ma anche le ambientazioni irreali, arrivano invece dalla fiaba.
Da notare come, in origine, questa fosse tramandata in modo orale e per un pubblico adulto, come passatempo. Questo ci fa comprendere che le scene intrise di sangue e sesso erano presente, eliminate con gli anni per adattarsi al nuovo target, più giovane.

Nell’800 nasce la narrativa di consumo e il tema dell’avventura torna prepotente; con l’illuminismo nasce il romanzo realistico e la narrativa fantasy diventerà un vero e proprio genere che riempirà i quotidiani con i suoi romanzi a puntate.
È in questo periodo che i fratelli Grimm iniziano la loro raccolta di fiabe, soprattutto per salvaguardare la tradizione germanica, loro paese natale, che sta rischiando di scomparire per via dell’invasione Napoleonica, Lewis Carroll pubblica Alice nel paese delle meraviglie -importante evidenziare il fatto che Alice sia la prima protagonista famosa che non aspetta di essere salvata, ma sceglie di affrontare le prove che le si pongo davanti per ritrovare la libertà-, e James M. Barrie esce con il suo Peter Pan.

La struttura del fantasy, segue in modo perfetto Il Viaggio dell’Eroe, di C. Vogler: uno “schema” in cui si muove l’eroe, è la storia della vita di ognuno di noi e permette al protagonista di empatizzare con il lettore, dandogli modo di immedesimarsi nelle sue avventure, sia interiori che esteriori.
Il Viaggio dell’Eroe è una manuale, nato per aiutare il lavoro degli sceneggiatori ma, nel corso nel tempo, si è instaurato prepotente nelle aule di scrittura creativa. Questo per far capire che le varie tappe che andrà a toccare il protagonista dell’opera e i personaggi che lo costellano non è specifico solo per il genere fantasy, ma si presta fedelmente alla causa.

Se dovessimo andare ad analizzare Il signore degli anelli, romanzo preceduto dal Lo hobbit e che consacra J. R. R. Tolkien come capostipite del genere, noteremo che tocca tutte le tappe del Viaggio dell’eroe.
Trovo giusto e doveroso parlare di Tolkien quando si analizza il fantasy, come trovo corretto far notare che questo genere esisteva già prima dell’uscita della sua opera ma, con Il signore degli anelli, l’autore porta questo genere letterario a un nuovo livello.

Nel podcast La libraia tascabile, Cristina Di Canio lo descrive molto bene: Eppure i veri protagonisti ci colpiscono per la loro umanità […] Non hanno poteri, non fanno magie, non sono guerrieri. Che cosa hanno allora di così eccezionale? […] Hanno un grande cuore. Sanno resistere ai rovesci della fortuna. Sanno rialzarsi quando cadono e provano pietà. Per chi invece non riesce a rialzarsi si fidano del loro cuore ed è questa la chiave del successo di questa storia.
La vera pozione non prevede ingredienti magici, richiede pietà, comprensione, amicizia e lealtà.
Cristina non avrebbe potuto descriverlo meglio. I personaggi sono umani, il lettore può rivedersi in loro. Anche se è ambientato in un mondo nato dalla fantasia dell’autore, come i personaggi e la lingua in cui parlano, è reale.

Questo è il potere di un autore fantasy che ha centrato l’obbiettivo: ricreare mondi immaginari in cui una persona possa andarsi a rifugiare quando il mondo reale gli sta stretto, ma senza perdere di vita la reale forza che muove tutti i fili conduttori, proponendo un mondo inventato ma con temi attuali.

Se vogliamo parlare di autori contemporanei non posso non citare George R. R. Martin con la sua saga Cronache del ghiaccio e del fuoco, adattata poi nella serie: Il trono di spade.

Martin rimescola le carte del genere fantasy, crea complessi intrecci che non rischiano mai cadute narrative, ti fa affezionare ai personaggi, portandoti a pensare che sono loro i veri protagonisti, per poi ucciderli spiazzando il lettore (questo è una scelta che ho ritrovato in molte saghe moderne e che, ogni volta, mi destabilizza, ma chino la testa davanti alla sapienza e al coraggio dell’autore).
Altro autore, per me degno di nota, è Neil Gaiman. In questo caso non saprei con che opera introdurlo, se con i suoi romanzi, e allora citerei American Gods o Il figlio del cimitero, oppure con i suoi fumetti; The Sandman. Questa è la sua opera con cui ho avuto il piacere di conoscerlo e mai smesso di seguirlo.

Il genere fantasy ha il potere di racchiudere al suo interno una vasta gamma di sottogeneri, tanto può essere immensa la fantasia di un autore e può essere suddiviso in:

  • Low Fantasy, in cui gli elementi fantastici irrompono nella vita quotidiana e reale;
  • e in High Fantasy, dove troveremo un universo interamente immaginato, fantastico in tutto e per tutto.

Essenzialmente ciò che li contraddistingue sono la scelta delle ambientazioni, che posso essere città urbane inventate o realmente esistenti, luoghi completamente inventati dall’autore) e i personaggi.

Tra i sottogeneri abbiamo:
Elf punk (esseri sovrannaturali si palesano dichiarando la loro esistenza in un contesto attuale),
l’Urban fantasy (la presenza di universi magici paralleli al mondo reale, con personaggi rivisti in chiave moderna),
ma anche il Post Apocalittico e New Weird, Fantasy Medioevale, Fantasy Epico, Bizaro Fiction, Paranormale Romance e Science Fantasy, per elencarne qualcuno.

Per la copertina di questo articolo ho scelto il primo libro della saga che mi ha fatto amare questo genere: Shadowhunters- Città di ossa, di Cassandra Clare.
In questo urban fantasy la realtà prende una piega del tutto diversa quando Clary, la protagonista, scopre l’esistenza di questi shadowhunter, cacciatori di demoni che girano indisturbati nella sua New York, e non solo, invisibili agli occhi degli umani.
Con l’uscita del film ispirato alla saga, è stata concepita una locandina che riassume in un’immagine il concetto del libro e che io adoro.

(Avrei potuto citare Harry Potter, saga che ho divorato e atteso con trepidazione l’uscita dell’ultimo libro, ma volevo concludere con un’atmosfera un po’ più cupa, per rimanere coerente con il mio genere letterario a cui mi sento più affine quando scrivo, il Gotico)

Ora resta solo a voi sceglie quale di questi sottogeneri è a voi più affino e augurarvi una buona lettura, sperando che questo articolo possa esservi stato d’aiuto.
Lo continuerò a ripete senza mai stancarmi: sapere è potere.