Il Mostro, audiolibro/audioracconto

Questo racconto è il mio primo approccio con un audio libro. Ne ho sempre conosciuto l’esistenza, incuriosita sono andata a sbirciare i cataloghi delle varie applicazioni, ma mai mi sono spinta al passo successivo, comprandone uno e il bello è che non saprei spiegare il perché.

Adoro i podcast, soprattutto quelli in cui raccontano storie, e ascoltarli in macchina o mentre passeggio coi cani. Trovo che se fatti bene, scritti con cura e esposti con la voce giusta, siano un’ottima compagnia. Per questo motivo, appena Christian Sartirana mi ha proposto di recensirgli il suo audio libro la mia risposta è stata un sì senza indugi. Avevo bisogno di uno stimolo del genere per partire e come immaginavo non ne sono rimasta delusa.

Devo ammettere che all’inizio fa strano sentire questa voce interpretare il racconto, il restare concentrata, ma dopo i primi due minuti per ambientarti, tutto questa diventa automatico e riesci goderti la storia.

Ma ora veniamo a noi, ho detto storia? Avrei dovuto mettere la S maiuscola, perché Il Mostro è un racconto breve davvero ben scritto e interpretato. Era già da un po’ di tempo che stavo leggevo libri che mi lasciavano un po’ con l’amaro in bocca, delusa sempre da qualcosa, quindi sono partita prevenuta con questo audiolibro, sono sincera, ma dopo neanche due minuti mi sono lasciata trasportare dalle parole di Giulio Borrione.

È lui il protagonista nonché voce narrante.

Racconta la sua infanzia legata a quel dannato Terra 666 del ’79 al ragazzo dello sfascia carrozze arrivato con il suo carroattrezzi per portare via il trattore e ridurlo un cubo di metallo, davanti a un bicchiere di Barbera.

Un monologo in grado di suscitare molte emozioni tranne la noia, con il potere di farti pendere dalle sue labbra e di portare una mano sulla bocca per la precisione con cui espone alcune scene di persone spiaccicate da una palla di fieno o travolte da enormi ruote.

Ambientato nelle campagne piemontesi tramite i dialoghi e i personaggi vivi la realtà di quei luoghi che nella mia immaginazione vedo sempre colorati con una sfumatura di verde o rosso, il cielo sempre cupo, come se dovesse scoppiare un temporale estivo da un momento all’altro. Questo perché il racconto è tenebroso, le scene crude, violente, senza giri di parole.

Aggettivi scelti con cura come strappandola dalle fondamenta, rosso appiccicoso, impestare l’aria, suggestivi e perfetti per far immedesimare l’ascoltatore, per fargli provare le stesse sensazioni che stanno provando i personaggi.

Sono stati scelti gli aggettivi più raccapriccianti per poter far immergere a capofitto l’ascoltatore nell’orrore di alcune scene, nell’ansia di un Giulio bambino quando osserva il Terra 666 che spunta dal capanno, e nella realtà rurale degli anni ’80.

Descrive accuratamente le sensazioni olfattive, visive e uditive nelle scene in cui l’esigenza lo richiede

Inoltre, il monologo è tra Giulio e il ragazzo dello sfascia carrozze, ma lo si può anche interpretare tra il protagonista e l’ascoltare, rendendo il coinvolgimento al massimo. È come se fossimo noi stessi seduti a quel tavolo della cucina davanti a un bicchiere di Barbera ad ascoltare i racconti di questo vecchio che poi tanto vecchio non è.

Il Mostro è un Piccoli Brividi per adulti, un horror rurale piemontese come definito dall’autore, il quarto della serie bookmovies; geniale aggiungerei.

Lo potete trovare sfogliando il catalogo di Vizi Editore https://www.vizieditore.it/shop/prodotto/il-mostro/

e su Audible

Dicono che non succede mai niente in campagna, ma non è vero per un cazz*

Buon ascolto.