L’IMPORTANZA DELLO STUDIO DEL PERSONAGGIO

Ogni storia che si rispetti ha dei personaggi principali e secondari, di tutto rispetto. Sono due aspetti concatenati tra loro.

Se manca lo studio dei personaggi, inesorabilmente crolla tutto. Quando una persona inizia a scrivere, molte volte si lascia trasportare dal flusso delle parole che invadono la sua mente; questo va bene, ma in una seconda rilettura bisogna iniziare a strutturare ciò che si è scritto, in questo caso sviluppando i personaggi.

Quando parlo di “sviluppo” non intendo solo la descrizione fisica. Bisogna focalizzarsi sulla psicologia, qual è la sua storia, il suo ruolo e il suo obiettivo.

L’idea di creare una vera e propria scheda di ognuno potrebbe essere molto utile; io me ne sono valsa all’inizio per ricordarmi delle caratteristiche fisiche e psicologiche, essere sicura di non confondere i modi di fare e le particolarità di ognuno. È venuto da sé l’aiuto che questo lavoro mi ha dato per tracciare un profilo personale a ognuno dei miei personaggi.

Avere una sua voce gli permetterà di trasmettere emozioni, essere unico e necessario per lo sviluppo della storia. Dovrà possedere un obiettivo e un desiderio; solo in questa maniera rimarrà indelebile anche a lettura terminata.

Il lettore non vedrà dei cartonati ma vere anime: il protagonista, colui che porta avanti la storia, i personaggi secondari che lo aiutano o contrastano, e gli antagonisti -figure dalla funzione più alta perché sono coloro che danno impulso alla storia-

Anne Rice, con Intervista col vampiro e la serie Cronache dei vampiri è un perfetto esempio di come l’identità di ogni personaggio, se fatta bene, lo rende unico e vero.

In questo caso le loro storie sono così originali e ben strutturate da permettere all’autrice di creare degli spin off di molti di loro.

Stiamo parlando di vampiri che vagano sulla terra da secoli, se non da millenni. Quanto può essere ricca la loro storia? Quanto posso raccontare i loro occhi?

Sono tanti i protagonisti dei libri di Anne Rice, eppure impossibili da dimenticare: Armand (che io adoro, non potevo non dirlo), Akasha, Louis, Marius, Gabrielle, e la lista continua

Per Lestat de Lioncourt, protagonista celebre presente in ogni libro, l’autrice si è ispirata a suo marito. I due condividono alcuni tratti somatici e la data di nascita (ovviamente tranne l’anno).

La contaminazione da parte di ciò che ci circonda è inevitabile, è più facile ispirarsi a qualcosa che conosciamo già e molte volte viene automatico.

L’importante è che questo rimanga in superficie. Nello strutturare il personaggio andremo a scavare più in profondità, cercando la sua vera identità, senza rischiare di cadere in cliché.

Anche questo aspetto è sempre da considerare quando si crea un personaggio.