Il viaggio ha il potere di arricchire
Il viaggio arricchisce l’anima e gli occhi.
Una frase più fatta e banale di così non si può, però è vera, e solo chi ha viaggiato la comprende.
È un concetto così delicato che entra nel cuore piano piano per non uscirne mai più. Ricordo che era sera, con il senno di poi venerdì, perché di norma si partiva sempre di sabato per tornare la domenica. L’immagine è ancora vivida e netta nella mia testa: i box illuminati dai led, l’aria calda d’estate ma rinfrescata dal luogo e dalla notte, l’odore umido e la macchina con tutte le portiere aperte pronta per essere caricata.
Ero piccola all’epoca e non uscivo quasi mai si sera quindi, oltre all’entusiasmo dell’imminente partenza, si aggiungeva quelle corse tra le cantine e box carica di zaini e sacchetti.
Se penso alla parola “viaggio”, questo è il primo ricordo che la mia mente mi propone.
Viaggio e vacanza sono per me la stessa cosa: non riuscendo a stare ferma in un posto per più di qualche giorno, riposo la mente e dilato il tempo delle cose da fare e nello stesso momento scopro luoghi e persone nuove. Cerco di ritagliarmi più tempo possibile da dedicare ai viaggi che una toccata e fuga la si può fare, ma si vive una sola volta nella vita e io sono troppo curiosa per non andare a scoprire cosa nasconde il mondo.
Se si tralasciano le vacanze in famiglia -che comunque racchiudono le prime conoscenze di persone lontane da casa; le prime esperienze in generale- come molti della mia generazione e no, i primi viaggi in cui non basterebbe una notte per poter raccontare le miriadi di cose viste e avventure a cui sono sopravvissuta li ho fatto con amici. Grazie a questi bellissimi road trip ho imparato un sacco di cose per poter migliorare quelli che sarebbero arrivati dopo come, ad esempio, il numero perfetto per muoversi è in tre, già in quattro le opinioni creano due gruppi. Esperimento sondato più di una volta. Oppure combattere quella inutile timidezza che non mi permetteva di lasciarmi subito andare con gli sconosciuti e rischiavo di non far la conoscenza di persone fantastiche.
Perché i viaggi ti fanno scoprire luoghi e usanze nuove, ma sono anche un modo per lavorare su sé stessi, conoscersi meglio oltre la solita confort zone. I viaggi a cui mi riferisco potrebbero essere racchiusi nel termine backpacker, ovvero: zaino in spalla, cartina (un tempo) e tanta forza di adattamento, premiata da esperienze indimenticabili. Con il tempo ho forse un po’ smussato alcune priorità, ma l’hotel con tutti i servizi o il villaggio turistico sono opzioni che non mi hanno mai sfiorato. Anche l’idea di restare ferma in un posto per più di qualche giorno ha sempre cozzato con le mie vacanze: la mia mente spegne il pulsante della quotidianità e accende quella della curiosità, che ha bisogno di essere saziata sempre. Il sapere che ci sono paesi, siti archeologici, spiagge o quant’altro vicino a me crea una sorta di calamita alla quale non riesco a farne a meno.
Quando ero piccola non scrivevo diari di viaggio, ero troppo presa a godermi quei momenti, assaporarmi le nuove esperienze per soffermarmi ad appuntarli, ma con gli anni ho sentito questa esigenza e ormai ho accumulato decide di diari, su quadernetti recuperati all’ultimo, moleskine stilose, o fogli pinzati insieme. Li adoro perché in quelle pagine non ci sono solo i ricordi di un viaggio, i nomi dei luoghi e i posti dove ho dormito/mangiato; lì sono impresse le emozioni che provavo in quello specifico frangente in cui stavo scrivendo e che mi è impossibile ricordare. Ma ci sono, indelebili su carta.
Oltre ai diari, negli ultimi anni si sono aggiunte anche le guide come Lonely Planet, oppure alcune meno famose ma specifiche per alcune attività (in Corsica, ad esempio, avevo comprato la guida per arrampicare sull’isola e grazie a questa ho scoperto dei posti pazzeschi che mai avrei visto che sono avessi cercato quelle pareti d’arrampicata!)
In questa nuova sezione del mio blog vorrei soffermarmi su un altro aspetto della vita che mi affascina e si muove a pari passo con la scrittura (molti miei racconti, se non tutti, hanno tratto ispirazioni da avvenimenti successi lungo un mio viaggio, o da scoperte dei luoghi che ho visitato): il viaggio, le esplorazioni (se si possono definire così, nel 2024) che mi hanno resa differente, penso migliore.