I MIEI GIORNI ALLA LIBRERIA MORISAKI
“Per molti amanti della letteratura, comincia tutto dall’incontro con un libro che si trasforma in un’esperienza indimenticabile.”
I miei giorni alla libreria Morisaki è uno di quei libri acquistati senza pensarci, senza leggere neanche la trama: mi sono innamorata della copertina e l’ho comprato.
Ultimamente Feltrinelli sta proponendo delle cover pazzesche ed è davvero difficile resistere (quando si dice che una copertina fatta bene svolge il suo compito alla perfezione).
Comunque, subito dalle prime pagine si comprende l’atmosfera che l’autore ha scelto di donare a questa trama e se ne viene rapiti. Concludendolo invece, ci si rende conto di quanto il titolo, nella sua semplicità, racchiuda l’intera storia.
Non ho faticato a credere che questo libro di neanche 150 pagine sia diventato bestseller in Giappone, e non solo. La freschezza della scrittura, unita alla sua originalità, la ricerca di nuove figure retoriche, la fluidità intersecata alla profondità dei temi trattati rendono I miei giorni alla libreria Morisaki unico.
Ma vediamo di cosa parla.
TRAMA
Takako è la protagonista di questa storia ed è raffigurata come la classica ragazza giapponese inserita nella società (un lavoro a tempo indeterminato in un’azienda, un uomo da sposare…).
Durante una normale conversazione con il suo fidanzato, scopre che lui da lì a qualche mese si sposerà e la sua posizione di fidanzata viene rivisitata. Alla luce della realtà capisce di essere la sua amante e questa cosa la sconvolgerà a tal punto da dare le dimissioni, impossibilitata nel vederlo ogni giorno e cadere in un lungo letargo.
Sarà un sonno che proseguirà anche nel piccolo magazzino adibito a casa sopra la libreria Morisaki dello zio Satoru, nel quartiere Jinbocho, dove si trasferirà sotto minaccia della madre.
Un’uscita forzata in un caloroso caffè della zona e una notte di apparente insonnia la porteranno a sfogliare uno dei centinaia di libri accatastati intorno a lei a farla risvegliare.
Proseguendo con la lettura, si scopre che l’autore ha suddiviso il libro in due parti, che si sposano perfettamente l’una con l’altra, spiazzando il lettore che non riuscirà a capire come si svolgerà la storia da lì in avanti, e in cui Takako e lo zio Satoru -il loro rapporto- si plasmerà, prendendo forma ed evolvendosi, come le loro stesse vite.
“VIVIAMO, SEMBRA ESORTARCI YAGISAWA, E NON LIMITIAMOCI A ESISTERE. POTREBBE VALERNE LA PENA.” Lorenza Gentile
A parte la trama geniale, ciò che contraddistingue I miei giorni alla libreria Morisaki è il linguaggio scelto da Satoshi Yagisawa: semplice, ma allo stesso tempo profondo e ricercato.
Yagisawa, in un mondo editoriale in cui si continuando a sentire sempre gli stessi modi di dire, le stesse metafore, lui se ne esce con un’originalità fantastica.
[…] Ero entusiasta del fatto che le foglie degli alberi ingiallissero proprio mentre il mio stato d’animo cambiava. […]
I personaggi sono caratterizzati benissimo, con pochi e semplici accorgimenti. La protagonista è Takako, che inizialmente appare succube di ciò che la circonda, ma dopo la sofferenza data dalla scoperta del doppio gioco e la presa in giro dell’uomo che pensava di amare, diventa una nuova persona, indipendente e forte. Lo stesso vale per lo zio Satoru.
Molteplici sono i personaggi secondari, e ognuno di loro è necessario per la riuscita della storia, per rendere l’ambiente, l’atmosfera, perfetta: il signor Sabu, chiacchierone e burbero, il curioso proprietario del kissaten Subouru, Wada il sognatore.
Anche l’ambientazione, Jinbocho, è perfetta. Prende forma attraverso gli occhi dei personaggi, mostrando Tokyo sotto un altro aspetto, diverso dai classici quartieri come Ginza o Shibuya.
[…] “Stando all’ufficio informazioni del quartiere, le librerie era più di centosettanta. Aveva ragione mio zio: era il quartiere di librerie più grande al mondo” […]
I sentimenti, le emozioni fanno da padrone in questa storia, le vite dei personaggi, la loro quotidianità, il prendere consapevolezza del proprio io e sapere che dopo ogni insuccesso o infelicità c’è sempre una rinascita.
L’AUTORE
Satoshi Yagisawa, classe 1977, vive a Tokyo e I miei giorni alla libreria Morisaki è il suo romanzo d’esordio.
L’ispirazione gli è arrivata direttamente dal quartiere Jinbocho, dove si recava spesso per lavoro, e si è lasciato trasportare da questa idea (una ragazza indipendente che vive sopra a una libreria) creando questa magnifica storia.
Forse è proprio l’assenza di una struttura definita a rendere questo libro una lettura fresca, semplice e profonda. (opinione personale)
[…] Le persone possono rinascere, ripartire da zero e progredire in meglio, a qualsiasi età. È questo il messaggio che intendo trasmettere con la mia storia. E i libri, la saggezza dell’umanità, possono aiutarci. Io stesso sono stato salvato spesso dai libri. […]
Fonte la Repubblica
I miei giorni alla libreria Morisaki è edito Feltrinelli. Sempre con la stessa casa editrice è da poco uscito il secondo romanzo dell’autore, intitolato
. Una sera tra amici a Jinbocho.
La copertina è stata realizzata dalla stessa illustratrice, Elisa Menini, pazzesca quanto la prima.
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