AGATHA CHRISTIE, 10 piccoli indiani

Questo romanzo, poco più di 200 pagine, è il libro giallo più venduto al mondo.
Pubblicato in Italia dalla Mondadori solo nel 1946, racconta la storia di questi 8 sconosciuti (con un passato che nasconde gelosamente) ai quali è stato comunicato un invito: gli è stato proposto di trascorrere una vacanza in una lussuosa villa su Soldier Island.
Assieme a loro la coppia di coniugi Rogers, cuoca e maggiordomo.
Nonostante tutti gli invitati siano giunti come da accordi sull’isola, del sig. Owen, padrone di casa nonché colui che ha comunicato con gli ospiti, è assente.
anziché allarmarsi per nulla, i 10 sconosciuti si recano nelle loro stanze, dove trovano il contenuto delle valige già sistemato e una filastrocca che ricorda la loro infanzia incorniciata.

Qua mi devo fermare perché, come ogni giallo che si rispetti, ogni dettaglio è funzionale per la trama. Rischierei di rovinarvi la sorpresa.
Parliamo invece dell’autrice, Aghata Christie: la sua scrittura e le sue opere non hanno bisogno di presentazioni, tradotte e vendute in tutto il mondo. È famosa per aver introdotto un elemento innovativo: la non curanza della classe sociale, ovvero tutto lo possono    essere.
In un articolo di Vanessa Roghi, pubblicato su Il Post, scrive: se prima gli assassini erano sempre poveri o i maggiordomi, ora questo mondo viene ribaltato perché i suoi libri raccontano prevalentemente i bianchi per bianca, e coloniale era la società inglese in cui i suoi personaggi si muovono, bianchi sono anche gli assassini. Bianchi e benestanti.

Agatha Christie è un’autrice di inizio ‘900 e nei suoi libri riporta la realtà di quei tempi. La stessa scrittrice ha sempre ammesso di lasciarsi influenzare dall’ambiente e dagli avvenimenti che la circondavano.
Questo è anche un monito e una riflessione su cui basarsi prima di puntare il dito contro alcuni passaggi dei suoi testi. Dico questo perché anche alcune delle sue opere sono finite nel mirino di case editrici per l’utilizzo di termini che oggi sono considerati eticamente scorretti. Il titolo originale di quest’opera era “10 piccoli negretti”; un termine che non si può assolutamente usare oggi, e non lo dico per buona educazione, ma perché è una parola bruttissima oltre che denigrante e razzista…
Ma quelli erano altri tempi, altre mentalità (sbagliate che siano), un’altra realtà in cui la Christie viveva.

[non dimentichiamoci che l’uomo losco nella letteratura gotica era quasi sempre italiano… che bell’idea che avevano di noi]

Tornando al libro 10 Piccoli indiani, per poter capire chi è l’assassino bisogna per forza arrivare fino alla fine, farsi accompagnare dall’autrice verso la dichiarazione di colpevolezza; anche se, dopo una seconda lettura, si può notare che qualche indizio è stato lasciato nel testo…

Io adoro i gialli, e amo leggerli soprattutto in estate. Non c’è un preciso motivo e ho scoperto che ci sono molte persone come me. Ho letto l’intera bibliografia di Fred Vargas e Conan Doyle (autore molto apprezzato dalla stessa Christie) e solo ora, con questo libro, sto aprendo le porte dell’era “Agatha Christie”, e devo ammettere che siamo partite con il piede giusto.

Come per ogni autore, mi piace conoscere la sua storia quando parto a leggerli, non tanto cercare un collegamento tra opere e la loro vita, ma per conoscere che persona si nasconde dietro a determinate storie.
Quella di Agatha Christie era una vera e propria montagna russa, animata da cambi di vita, viaggi ed esperienze senza pari. Era addirittura una surfista!!
È sempre stata una grande viaggiatrice, grazie anche al lavoro del marito (un archeologo conosciuto durante un viaggio in treno verso Baghdad). Lei lo ha sempre seguito, a sue spese per non ostacolare i finanziamenti agli scavi. Durante uno di questi viaggi la Christie trovò l’ispirazione per scrivere Assassinio sull’Oriente Express.
Fu invece nel corso di un viaggio in Sud Africa che iniziò a praticare surf, continuando anche in Australia e Hawaii.

Non voglio immaginare cosa deve essere stato surfare quelle onde per una donna degli anni ’20; la libertà provata la prima volta, in piedi sulla tavola, non in balia del mare, ma sotto il suo controllo.
È un’emozione inebriante ogni volta che dopo il take off senti la tavola partire e sei tua a guidarla, in perfetta sincronia con la forza del mare. Libera di goderti quel prezioso momento.

Ci sono molti altri aspetti della vita di Agatha Christie degni di nota, come la sua infanzia, il primo matrimonio seguito dalla separazione e dalla sua “scomparsa” per una settimana, la decisione di mantenere il cognome di lui per tenere una continuità del nome con le opere pubblicate e quelle in attesa di, i viaggi, la passione per l’archeologia e il secondo matrimonio, il lavoro di farmacista durante la Seconda guerra mondiale che le permise di conoscere i veleni e, più di una volta, aiutare la polizia nella risoluzione di casi impossibili.
Ma ho deciso di soffermarmi sull’aspetto più originale di questa scrittrice che conosciamo vita, morte e miracoli!

Ho intenzione di leggermi tutta la sua bibliografia, quindi sono sicura che avrò più di un’altra possibilità di trattare i diversi aspetti che hanno caratterizzato la sua vita