GENERE GOTICO
Fantasmi, antiche profezie, fanciulle da salvare, antichi castelli, conventi, maledizioni di famiglia, conflitti interiori e possessioni demoniache. Ma anche ambientazioni cupe, tetre, per la maggiore nelle ore notturne, angoscia crescente e morti cruenti.
Questi sono gli elementi principali che compongono il genere gotico.
Nato in Inghilterra alla fine del ‘700, deve la sua cognazione al romanzo capostipite del genere, Il castello di Otranto, grazie alla scelta del sottotitolo: A gothic story.
Le ambientazioni, in qualsiasi storia, hanno un ruolo molto importante e nel genere gotico non fanno eccezione anzi, sono di fondamentale importanza. L’architettura, i cimiteri, le case abbandonate donano quel fascino ricercato dagli autori, e interagiscono nella storia quanto i protagonisti.
Napoleone, senza rendersene conto, aiutò a creare l’atmosfera per eccellenza: con un editto fece spostare le tombe fuori dalle città, in luoghi soleggiati e arieggiati, dando vita ai cimiteri come li conosciamo ora e a quelle scenografie tetre e cupe che caratterizzano il genere.
Il gotico si contrapponeva all’illuminismo, non aveva uno scopo educativo ma voleva essere una via di fuga dalla realtà. Il lettore è curioso, consapevole che si tratta di un universo fittizio; vuole provare quel brivido conscio che una volta chiuso il libro, quegli esseri terribili rimarranno intrappolati tra le pagine.
Il genere gotico è collegato all’idea del Sublime (ciò che è al limite), come trattato da Burke: un’emozione a metà tra l’orrore e il piacere, “l’orrendo che affascina”, ma non vissuta in prima persona. Il lettore deve essere al sicuro per poter trarre solo terrore e non paura vera e propria.
Parlando di questo genere si può notare la forte componente religiosa, date le ambientazioni in paesi cattolici.
I personaggi, in contrapposizione al terrore, sono spesso tormentati da pene d’amore.
Il periodo in cui si insinua il genere gotico è fatto di trasformazioni: grazie alla rivoluzione industriale l’illuminazione pubblica rende la notte un po’ meno pericolosa e la sua vita notturna dura più a lungo del solito, tra teatri e bar.
La gente non ha più paura del buio? Allora lo va a cercare in queste letture.
Nella Londra vittoriana, tra la borghesia, e non solo, ci sarà un boom dell’occulto: sedute spiritiche sono all’ordine del giorno, come l’interesse a investigare sul mistero degli egizi e ritrovare apprezzamento per le storie di fantasmi.
Parlando di storie di fantasmi, tradizione inglese molto sentita nel periodo natalizio, Walpole pubblicherà il suo Il castello di Otranto la Vigilia di Natale del 1764 e Charles Dickens commercializzerà questa tradizione con Canto di Natale. Ebbene sì, anche questo romanzo breve fa parte del genere gotico.
Nello stesso periodo delle confraternite dell’occulto, vennero alla luce i Pennydreadful, pubblicazioni rivolte al proletariato e alla piccola borghesia, con lo scopo di aumentare la fama del romanzo gotico.
Si trattavano di racconti brevi, visto il poco tempo libero dei lettori. Di basso costo e scarsa qualità, i testi sgrammaticati e con troppe enfasi erano accompagnati da illustrazioni grossolane. Mia personale opinione, trovo che queste caratteristiche così grezze fossero magnifiche, per assurdo coerenti con l’atmosfera ricercata da queste opere.
Bisogna ricordare e dare atto che, grazie a queste pubblicazioni, nel 1846, nacque Sweeney Todd e Varney il vampiro.
Nella letteratura gotica la presenza del sovrannaturale è necessaria, come invece altre volte no. Vengono utilizzate creature spaventose come vampiri, fantasmi e stregoni.
Di seguito alcune letture gotiche, pietre miliari del genere:
Il castello di Otranto, a gothic story, di Horace Walpole, 1764.
Come già detto in precedenza, è grazie a questa opera, più precisamente al suo sottotitolo, che questo genere prende il nome di Gotico.
La storia prende ispirazione da un sogno terrificante dell’autore. Walpole anticiperà Manzoni di un bel po’ di anni, con l’utilizzo del ritrovamento di un manoscritto per l’incipit del libro (come con Il canto di Natale, anche I promessi sposi, prima di tutto romanzo storico, rientra con alcune parti nel genere gotico, grazie a personaggi come la monaca di Monza e il rapinento di Lucia da parte dell’Innominato).
Il romanzo è ambientato del 1000/1200, nella signoria di Otranto, dove alleggia una profezia:
Il castello e la signoria d’Otranto verranno a mancare all’attuale famiglia, quando l’autentico possessore diventerà troppo grande per abitarvi.
Manfredi è l’attuale falso proprietario, che tenterà in tutti i modi di non perdere la sua ricchezza. Ha due figli: Matilda e Corrado, unico erede. Quest’ultimo, il giorno delle sue nozze, verrà schiacciato da un enorme elmo, che non si capisce da dove sia piovuto. Mentre la madre Ippolita e la figlia piangono il defunto, Manfredi viene folgorato dell’idea di sposare la mancata sposa, isabella, ripudiando la moglie Ippolita per portare avanti la linea di discendenza maschile.
La povera, terrorizzata dalla proposta incestuosa, scapperà attraverso dei sotterranei del castello, arrivando alla chiesa di San Nicola, dove troverà protezione.
Una successione di intrighi, rivelazioni e spaventose apparizioni accompagneranno il lettore fino alla fine.
Elementi che caratterizzano questa opera sono: castelli imprigionati da antiche profezie, foreste, il villain, ritrovamento di un antico testo, apparizioni sovrannaturali, una fanciulla in fuga, un monastero, l’eroe, e la costante religiosa che vige sui personaggi. Sono tutte costanti del romanzo gotico.
Il Monaco, di Matthew G. Lewis.
La prima edizione venne pubblicata nel 1796, ma fu ritirata l’anno seguente per le numerose scene scabrose e audaci all’interno del testo. Negli anni vennero pubblicate diverse edizioni modificate dall’autore, per andare incontro alla sensibilità e puerilità dei lettori. Questo il motivo per il testo altalenante che è giunto a noi: si tratta della terza o quarta stesura, migliorata con parti del testo originali che un tempo furono eliminate.
Detto questo, l’onore di Lewis non cadde in ombra e poté continuare a scrivere le sue opere, abbandonando la via che i suoi studi lo stavano indirizzando, per volere del padre.
Come ne Il castello di Otranto, ne Il Monaco troviamo elementi fondamentali del romanzo gotico, come: castelli, foreste, abazie, fanciulle in fuga; ma anche incesti, uccisioni e demoni.
Quest’opera si differenzia da tutte le altre del genere per i temi trattati, le forti e incestuose scene, i colpi di scena inquietanti.
Se siete alla ricerca di un vero romanzo gotico che vi infonda terrore, ansia e repulsione per alcuni personaggi, Il monaco fa per voi.
Il testo è composto da una trama principale, con come protagonista un giovane monaco, Ambrosio, cresciuto nell’ambiente ecclesiastico fin dalla tenera età, che godrà di enorme rispetto in Madrid.
Famoso per la sua vita esemplare, trascorsa tra le mura del convento tra preghiera e meditazione, uscendo solo per il sermone domenicale.
Un altro giovane monaco lo affiancherà, idolatrandolo e ammirandolo. Particolare è la sua scelta di non mostrare a nessuno il suo volto, coperto sempre dal cappuccio della veste. Il ragazzo è sofferente e Ambrosio, che con il quale ha ormai instaurato un rapporto di amicizia, lo supplica di renderlo partecipe delle sue sofferenze, in modo da poterlo aiutare. Ma mai si sarebbe aspettato una rivelazione simile.
Da questo punto in poi, la vita tranquilla ed ecclesiastica del monaco subirà una lenta ma disastrosa ascesa verso ciò che mai si sarebbe aspettato.
Una seconda storia si sviluppa tra le righe di questo romanzo, intrecciandosi con quella principale e creando un racconto distinto dal primo: quella della povera Agnes, costretta a diventare monaca per una stupida promessa in cambio della guarigione della madre, incinta del futuro sposo Don Raymond, amico di Lorenzo e fratello di Agnes.
Se nella trama principale i temi che caratterizza l’opera, oltre ai classici del genere gotico, molto audaci per il periodo in cui pubblicato il romanzo, sono: l’incesto, la messa in discussione del potere ecclesiastico e la sua castità nei confronti delle tentazioni della società, demoni, soggiogazioni.
Nella seconda trama, invece, per via dell’ispirazione ai romanzi gotici germanici, si trovano figure come la monaca sanguinante e l’ebreo errante.
Il romanzo della foresta, di Ann Radcliffe, 1791.
Il romanzo si apre con la fuga da Parigi di Pierre de la Motte e la sua consorte, Costance. Gentiluomo caduto in disgrazia a causa del gioco d’azzardo e dalle passioni che spesso sopraffacevano la ragione che si concedeva, scappa da creditori e dalla legge. La coppia è seguita dal fidato domestico Peter e la moglie. Sarà lui a condurre la carrozza e arrestarsi nella notte, non prima di incontrare Adeline, giovane fanciulla incontrata in situazioni drammatiche che si unisce a loro, in una fitta foresta dove due alte torri segnalano la presenza di un castello abbandonato. Decino di trascorrere la notte lì, attendendo il giorno seguente per mandare Peter nel più vicino villaggio a riparare la ruota.
Ma quel breve soggiorni indurrà il signor La Motte a volersi trasferire in quel luogo, da lui ritenuto sicuro, protetto dalla folta foresta, rinunciando alla fuga verso sud. Ma la loro vita non godrà di molta tranquilla: l’arrivo del singolare marchese Montalt, proprietario dei boschi adiacenti e della proprietà, mescolerà di nuovo le carte in tavola. Dopo aver messo gli occhi su Adeline, la ragazza sarà costretta alla fuga, con il dubbio che Le Motte potesse essere coinvolto nei piani del marchese e l’ansia di scoperte sinistre all’interno del castello come passaggi segreti, reliquie del passato e incubi costanti.
La cura con cui la Radcliffe descrive i paesaggi, rendendoli protagonisti della storia, riflesso degli stati d’animo, è un qualcosa di magnifico.
Pioniera del romanzo gotico, fu fonte di ispirazione per grandi scrittori come Mary Shelley, Honoré de Balzac, Edgar Alan Poe e Dickens.
Queste letture sono solo una piccola parte dei romanzi che compongono questo genere, a seguire si può trovare:
Il vampiro, di J. William Polidori;
Carmilla, Le Fanu;
L’italiano, di Ann Radcliffe;
Dracula, di Bram Stoker;
Frankenstein, di Mary Shelley;
Vi è anche una corrente letteraria che mischia il genere gotico alle ghost stories. Il massimo esponente è, senza dubbio, Henry James con il suo Giro di vite; un capolavoro di narrazione, utilizzo del non detto e introspezione dei personaggi.
Gli autori gotici hanno permesso di creare le fondamenta per un altro genere che più tardi troverà una sua cognizione di causa: il genere horror.
Dal gotico si sono diramati sottogeneri come il suburban gothic, o il gothic revival.