ALI DI CHINA, INFERNO A MILANO


AUTORE: Andrea Varano
CASA EDITRICE: Nero Press Edizioni

Sono in cinque e mi hanno circondato.
Gridano, ridono e non la smettono più di colpirmi. Io mi li imploro di fermarsi, ma se la godono come porci a suonarmele. Mi fa male dappertutto. Mi accascio per terra, stremato. La strada, il ponte sopra la mia testa, la balaustra in ferro battuto, l’acqua del Naviglio con tutto il freddo della notte: ogni cosa attorno sprofonda in un gorgo di china nera.
Sento la faccia deformarsi, come se invisibili fili di nylon stessero tirando la pelle in direzioni opposte. Valico l’istante oltre il quale la mia capacità di sopportazione non conosce più limiti. I vigliacchi, vedendomi incurvato faccia a terra, pensano di avermi già stremato, ma è ciò che si agita dentro di me, svolgendosi tra le vertebre e i muscoli, a pretendere spazio. I suoni sono soffocati, il tatto quasi eliminato, l’aria non ha più odore.
Non sento più nulla.

Un altro punto portato a segno dalla Nero Press editore, casa editrice con un vasto catalogo di generi come horror, noir, gotico e thriller, un’ottima professionalità e attenzione per i testi e il loro editing.
Sono state queste caratteristiche a farmi avvicinare a questa casa editrice e iniziare una collaborazione. Esistono molti autori italiani, anche bravi, che si “ostinano” ad ambientare le loro storie in luoghi stranieri. Una scelta che funziona e non è male, non voglio dire il contrario, ma ogni tanto preferisco scartare questi libri per immergermi in un horror o un thriller tutto italiano, in città o paesi che magari conosco in prima persona e in cui riconosco le descrizioni. Ovviamente sono gusti.

Persa a sfogliare il catalogo, la copertina di questo libro ha attirato la mia attenzione, come il titolo, Ali di china. Ho dato un’occhiata alla sinossi e il gioco è fatto, volevo saperne di più su questa storia!

Due enormi ali nere si spiegano sulla città di Milano, sovrastandola e opprimendola in una coltre oscura di violenza. Una forza misteriosa e primordiale invoca una punizione per gli uomini e la loro ottusa civiltà che si nutre di luoghi comuni e apparenza. Il protagonista, suo malgrado, si ritrova a essere il tramite di tanto odio. Lo sente scorrere in sé con audacia e brutalità, ogni volta che l’Altro – così chiama la “cosa feroce” che lo possiede – ha da soddisfare la sua sete di vendetta. E, ogni volta che si risveglia, qualcuno muore.
L’uomo non è il solo a voler venire a capo dell’orrore che lo tormenta. La Polizia è già alla ricerca dell’efferato assassino che i giornali hanno soprannominato Ali di China. E pure la Chiesa – nella persona di un nuovo e troppo zelante Arcivescovo – preme perché questo “disagio” venga risolto con urgenza, prima che possa interferire con le imminenti celebrazioni pasquali.
Ma chi – o cosa – è Ali di China?
Un angelo? Un dio? Un demone? O, semplicemente, la creatura di una mente instabile?
Il protagonista farà di tutto per scoprire l’arcano mistero e per liberarsene, soprattutto dopo aver compreso che la forza oscura sta mettendo a rischio anche la vita della sua amatissima compagna.

Milano è la mia città, me in primis ha ispirato a scrivere diverse storie e ho trovato interessante vedere come l’autore, Andrea, ha deciso di rivisitarla in chiave dark.
Cosa posso dirvi, se non che ha fatto un ottimo lavoro!

Ali di china fa parte della collana Insonnia, dedicata alla narrativa horror e del mistero.
In questo libro, scopriamo Milano sotto una veste scura, grigia come solo lei sa essere, piovosa, ricca di storia e contraddizioni.

Il romanzo è raccontato secondo quattro differenti POV: il protagonista, la sua fidanzata, Lili e l’ispettore Panetta.
Ho citato i primi due personaggi senza nominare il loro nome perché non è dato saperlo al lettore, e in sincerità, non si sente l’esigenza.
Il protagonista è un uomo giovane, del tutto normale se non fosse che, a un certo punto della sua vita -per la precisazione la sera in cui conosce la sua futura ragazza- è costretto a condividere il suo corpo con “l’altro”. Esso non è solo una presenza mentale in lui, ma si appropria di tutto il suo corpo quando non è dormiente, trasformandolo in un essere con lunghi denti affilati, occhi gialli, artigli che fuoriescono dalle mani e due enormi ali neri, che schizzano fuori dalla sua schiena come inchiostro rabbioso.
Non è più in grado di controllare il suo corpo, ma non è nel tutto incosciente, l’altro gli riserva un posto “d’onore” -se così lo si può definire- nella mente, potendo osservare.

Il protagonista è succube di queste trasformazioni, frustato tanto da cercare risposte alle sue innumerevoli domande; arrivando a fare la conoscenza di Lili.
Dai mille nomi che l’umanità le ha assegnato, lei ha scelto questo. Si definisce la contrapposizione di Dio, cerca di stanare ogni sua minima contraddizione mostrandola a noi lettori e al protagonista, che ha scelto come mano per far sapere che lei c’è, è tornata. È stanca dell’egoismo umano, che giudica senza voler esser mai giudicato. È un essere libero, non detta leggi e non ne è succube.

La fidanzata del protagonista è un personaggio curioso, ha meno spazio rispetto agli altri, ma quando è presente si sente la sua forza e il legame profondo e ignoto con il protagonista.

Il personaggio dell’ispettore Panetta è ben costruito, non cade nei soliti cliché, ma mostra una Milano da abitante, un infiltrato dall’interno se così lo si può definire.

[ATTENZIONE SPOILER, saltare il paragrafo se non si vuole sapere più del dovuto]
Il gatto è un personaggio secondario che mi ha sorpreso e ho adorato. I suoi dialoghi e il modo in cui si approccia con il genere umano è geniale.
Nel suo piccolo, mi ha ricordato il gatto de Il maestro e Margherita.

Molteplici sono i temi trattati: religione (nel senso più antico profondo del termine), chiesa (e le sue contraddizioni purtroppo reali), giustizia e razzismo.
Sono tutti temi molto caldi e se non sviluppati bene, si rischia in cadute narrative tali da demolire l’intera storia. Problema inesistente in questo libro, l’autore ha saputo affrontarli alla perfezione, inserendoli nel testo, aiutandolo a renderlo più tenebroso.

La scrittura è ricercata, piacevole da leggere, un registro medio e scorrevole. Non si perde in inutili descrizioni, mostra al lettore ciò che è necessario, lasciando il resto del lavoro ai dialoghi.
Ali di china è un romanzo abbastanza breve, 186 pagine, che, per gli amanti del genere, si lascia leggere con piacere.
Questa brevità dell’opera è l’unica pecca che ho riscontrato, mi sono affezionata ai personaggi e separarsi così veloce mi è dispiaciuto; inoltre, ho trovato alcuni aspetti che, parere puramente personale, li avrei sviluppati di più. Anche se non è stato fatto, il testo non perde la sua efficacia.

Arrivati a questo punto, ali di china è un mostro assetato di sangue o un giustiziere stanco dell’immoralità del genere umano?
Perché Milano? Perché ha scelto proprio questa città?
Non vi resta che leggere il libro per trovare le giuste risposte, con la sicurezza che non ne resterete delusi.

http://neropress.it/prodotto/ali-di-china-inferno-a-milano/